Riforma del catasto – DDL AC 3343

In questi giorni è in discussione il DDL AC 3343 volto rivoluzionare completamente il nostro sistema tributario.

La riforma è attualmente molto discussa perché mira ad effettuare anche una riforma integrale del nostro catasto (art. 6 del DDL).

Tra le motivazioni che spingono il nostro Legislatore ad effettuare questa riforma vi è la necessità (a quanto si può leggere nel Dossier della Camera) di revisionare ed aggiornare un sistema normato da una fonte prerepubblicana: la legge 1249/1939.

Se questo è vero, è anche vero che con l’art. 2 della legge 23/2014 il nostro Parlamento ha già delegato il Governo ad effettuare una riforma del sistema estimativo del catasto di tutti i fabbricati presenti nel nostro Paese. Questa riforma, causa lo scadere della delega, ha solo in parte revisionato il sistema tramite l’introduzione del Dlgs 198/2014.

La ragione dell’anzianità della normativa non è condivisibile in quanto le principali codificazioni italiane sono tutte del periodo ’30-’40 del secolo scorso e, anziché essere vetuste, sono invece ancora oggi attuali.

Si teme invece questo DDL interverrà tassando in maniera fortemente gravosa le proprietà immobiliari degli Italiani dato che, in comparazione, ad altri Paesi europei paghiamo tasse più basse sugli immobili. Le istituzioni europee già dal 2019 raccomandavano l’Italia di intraprendere una riforma catastale e di aggiornare i valori catastali non aggiornati (raccomandazione del 5.6.2019)

TESTO DELLA RIFORMA

Il testo di questa riforma è consultabile, nella sua interezza, al presente link.

A seguito, una breve spiegazione di cosa essa prevede.

Attualmente trattasi solo di una proposta di legge – che causa la delicatezza della materia – è ancora, e probabilmente lo sarà ancora a lungo, in discussione. Probabilmente a breve potrebbe subire rilevanti modifiche.

Questo DDL mira ad effettuare una riforma completa del nostro sistema tributario.

La riforma, ai sensi dell’art. 1 è volta a perseguire gli obiettivi di: stimolare la crescita economica del nostro paese (tramite “l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui redditi derivanti dall’impiego dei fattori di produzione”), semplificare il sistema dei tributi tramite la riduzione degli adempienti che il contribuente deve effettuare e l’emigrazione dei micro tributi; rendere più efficiente il sistema tributario e ridurre l’elusione fiscale.

In questo modo viene effettuato una revisionerei sistema delle imposte sul reddito (art. 2), dell’IRES (art. 3), IVA e altre imposte indirette (art. 4), IRAP (art. 5), revisione delle addizionali regionali e comunali dell’IRPEF (art. 7) e più in generale sul sistema nazionale della riscossione (art. 8).

La riforma mira inoltre ad introdurre un codice di diritto tributario al fine di dare omogeneità è chiarezza a questa materia frammentata (art. 9).

La riforma, alla luce delle intenzioni palesate, appare sicuramente nobile, ma devono essere considerate tutte le implicazioni che la riforma porta: in particolare, alcune forze politiche manifestano il timore che la riforma sottenda altri scopi avverso alla proprietà immobiliare e che alla fine rechi più conseguenze negative che positive.

Ad oggi il nodo principale su questa riforma è dato dalla norma che prevede la revisione del sistema del catasto (art. 6). La norma vuole introdurre, entro il 2026 un nuovo sistema per l’individuazione e il controllo “delle consistenze dei terreni e dei fabbricati, e un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale”.

A detta del secondo comma, la legge delega non identifica una “specifica quantificazione” delle possibili spese che dovremo effettuare dato che la legge delega (così come presentata) mira ad individuare solo i criteri direttivi della riforma.

Questa parte della norma, pericolosamente “aperta” in quanto generica e indefinita, potrebbe dare luogo ad eccezioni circa l’illegittimità della riforma per eccesso di delega.

di:

Avv. Carlo Rocchi – fondatore dello studio Rocchi & Avvocati